Entriamo nella sfera peculiare di quegli animali che aggrediscono individui della propria specie in modi efferati, usando modalità che possono provocarne la morte.
Negli animali sociali, quali appunto i cani, sussiste una normale inibizione ad aggredire in questo modo, fatte salve le eccezioni dovute a patologie neurologiche o comportamentali o circostanze davvero particolari oppure l’involontarietà dell’evento causato dall’imponente differenza di taglia.
Le caratteristiche dello scontro normale tra due individui, comprendono infatti conflitti ritualizzati con morso inibito, scontro di breve durata, recupero dello stato emotivo rapidamente dopo il distacco e esibizione di status contestuale alla risorsa (alla quale viene attribuito un valore che giustifica l’uso di comportamenti violenti).
Nei cani normocomportamentali competenti poi esiste una valutazione rischi-benefici che determina una naturale cautela nel decidere di ingaggiare uno scontro dal quale non si sa come si uscirà.
Al contrario, nelle aggressioni efferate, con danni gravi o letali, assistiamo a attacchi non ritualizzati e non inibiti, comportamenti patologici, morso ripetuto, trattenuto, squassante, non volontà di interruzione, non evidenza di attribuzione di diverso valore alle risorse (che potrebbero anche non esserci) e il cane assalitore è dominato dagli ormoni dello stress.
Questo seminario intende approfondire la semiotica di queste aggressioni, le motivazioni, le conseguenze, per tutti.
Una maggior conoscenza potrebbe possibilmente permettere di prevedere e prevenire: l’unica soluzione.